L’orecchio, che è l’organo che rileva i suoni, ci aiuta anche a mantenere l’equilibrio. Non tutti sanno che anche in questo caso l’alimentazione gioca un ruolo fondamentale. L’avanzare dell’età, i traumi acustici, i giovani che frequentano le discoteche, i lavori rumorosi… sono tanti i fattori che possono mettere a rischio l’udito. Ma possiamo davvero fare molto e prenderci a cuore le nostre orecchie. “Ormai sappiamo che possiamo mettere in atto un’azione preventiva per tutelare l’udito – spiega il professor Giancarlo Cianfrone, audiologo e otorinolaringoiatra, professore ordinario di Audiologia presso la Sapienza Università di Roma e Presidente dell’AIRS Associazione Italiana per la Ricerca sulla Sordità - rallentando la presbiacusia, ossia i disturbi della funzione uditiva dovuti all’età, ma anche a tanti altri fattori fra cui gli stili di vita ed i vari tipi di attività lavorativa. Con il passare del tempo, infatti, i giovani che frequentano le discoteche, chi fa lavori in ambiente molto rumoroso, può avere problemi di udito. Bisogna sapere che l’orecchio ha una sola piccola arteria che porta sangue e ossigeno nell’orecchio interno ove sono localizzate le raffinate e vulnerabili cellule ciliate, che sono i nostri sensori acustici. Se si creano problemi a questa delicata microcircolazione sanguigna ecco che il rischio è sentire di meno cioè di andare incontro all’ipoacusia. E anche per questa parte del corpo è importante mantenere livelli ottimali di colesterolo, di trigliceridi e glicemia, per esempio”.

 

La prevenzione inizia a tavola

“Sono importanti tutte le quelle sostanze antiossidanti che aiutano a combattere i radicali liberi e quindi l’invecchiamento”, spiega Cianfrone. “Tra queste troviamo il glutatione, coenzima q10, vitamina A, vitamina C, vitamina E, zinco e magnesio. Per aumentare il glutatione all’interno dell’organismo è importante mangiare proteine magre di alta qualità, come pollo magro e controllato, yogurt, asparagi, patate, peperoni, carote, cipolle, broccoli, avocado, zucca, mele, arance, banane. Anche spezie come curcuma, cannella, e cardamomo aiutano a ripristinare dei livelli sani di glutatione.

Il coenzima q10, invece, si trova soprattutto nella soia, nei cereali integrali, nelle noci, nel germe di grano, ma anche nel pesce, specie nel salmone, nello sgombro e nelle sardine. E poi lo troviamo nel pollo, nelle arachidi, nei broccoli, nel succo di arancia e fragole, mentre la fonte vegetale più ricca sono gli spinaci.

Poi abbiamo la vitamina C, che troviamo in frutta e verdura fresche e consumate crude, come ormai sapete, agrumi come arance, mandarini, pompelmo e kiwi ne sono ricchissimi.

Durante l’ultimo congresso internazionale dell’American Accademy, inoltre, si è detto che nella prevenzione della presbiacusia e di tutte le forme di indebolimento uditivo assumono enorme importanza i folati, cioè l’acido folico, i quali hanno un ruolo protettivo nell’uomo adulto, tanto che ai nostri pazienti che soffrono di ipoacusia facciamo fare ormai di routine un dosaggio dell’acido folico e dell’omocisteina nel sangue. Di solito chi ha valori alti di omocisteina, ha poi valori bassi di acido folico. Sappiamo anche che valori alti di omocisteina aumentano il rischio di trombosi e di danno cardiocircolatorio. Chi assume acido folico, o segue una dieta ricca di acido folico, il maschio più della donna, è più protetto. Troviamo i folati nella carne – suggerisce l’esperto - specie nel fegato, ma anche nei cereali, nei legumi, nelle verdure a foglia verde, e nella frutta come il kiwi.”

 

Quando la labirintite è colpa del sale

“Un buon equilibrio – spiega il prof. Cianfrone - dipende anche da un orecchio sano! Anche l’organo principale dell’equilibrio è localizzato nell’orecchio interno o labirinto e va incontro ad un decadimento fisiologico con l’età (presbiastia) Quando ci sono disturbi dell’equilibrio facciamo fare appositi esami sulla coagulazione del sangue, che possono essere una spia importante. C’è poi un tipo di labirintite, la malattia o sindrome di Ménière che può portare ad una perdita uditiva transitoria ma spesso progressiva, a vertigini forti e recidivanti e ad acufeni; tale patologia può dipendere molto anche dal tipo di alimentazione. I pazienti devono fare grande attenzione all’assunzione sale. Quest’ultimo va ridotto, perché questa patologia è legata ad un eccesso di liquidi all’interno del labirinto. La riduzione del sale, aiuta a portare livelli di endolinfa a valori più normali. Va poi associato spesso un particolare diuretico di tipo osmotico, che lavora proprio nel distretto della testa. Per la sindrome di Ménière la dieta anche è importante. Oltre alla riduzione del sodio, quindi di sale (non andrebbero superati 2 grammi al giorno di sale da cucina), va assunta molta acqua priva o poverissima di sodio, vanno evitati i cibi confezionati e lavorati che contengono sodio. No alle carni conservate, agli insaccati, ai prodotti in della pesca in scatola, ai pesci essiccarti e affumicati. Evitare anche i formaggi stagionati, le salse e gli snack in busta e gli alimenti in salamoia. Prediligere, invece, un’alimentazione sana ed equilibrata, con cibi freschi, evitando le pietanze elaborate, preferendo metodi di cottura semplici, con pochi grassi”.