L’alimentazione è lo strumento più importante che abbiamo per prevenire molte malattie, per vivere più sani, più a lungo, ma anche meglio. Mangiando in un certo modo, infatti, è possibile modificare dei meccanismi nelle cellule e farle vivere di più. Quando la cellula viene supernutrita e avverte un maggiore introito di energia e di nutrienti, infatti, cresce di più, ma invecchia anche prima. Al contrario, quando è in carestia, perché magari stiamo mangiando di meno, la cellula riduce la sua attività e vive più a lungo. Tutto ciò la protegge anche dal rischio di sviluppo di alcune patologie croniche, tra le maggiori responsabili di un’aspettativa di vita minore e con meno qualità.
Da quando si è parlato di longevità e alimentazione per la prima volta sono trascorsi più di ottant’anni. Dal primo, importante studio sulla “dieta della longevità” o “restrizione calorica sugli animali” è emerso che, nell’uomo, ridurre le calorie (eliminando del tutto o riducendo a bassissime quantità alcuni alimenti come dolci, pasta, pizza, pane, riso e privilegiando, invece, frutta e verdura, legumi e cereali, carne e pesce) è coinciso con minori rischi di sviluppo di patologie cardiovascolari e croniche. Tuttavia, negli ultimi anni, gli studi sulla genomica nutrizionale hanno dimostrato che, più che la quantità di calorie presenti in un alimento, sono le sostanze che lo compongono a intervenire positivamente e a proteggere le cellule – e quindi l’organismo – dallo sviluppo delle malattie.
Basti pensare a una famosa ricerca condotta dagli esperti di Harvard, negli Stati Uniti, e pubblicata nella prestigiosa rivista “Jama Internal Medicine”: le donne che hanno seguito una dieta mediterranea con dose extra di olio extravergine di oliva hanno fatto registrare una riduzione del 68% del pericolo di sviluppare un tumore al seno rispetto a quelle a cui era stata assegnata una semplice alimentazione povera di grassi.
L’epigenetica
Questo conferma il ruolo sempre più importante della più recente e stimolante branca della genetica: l’epigenetica, la quale ha chiarito come il DNA non sia un elemento statico che rappresenta il nostro destino biologico, ma che al contrario è un sistema dinamico che dialoga, interagisce e reagisce agli stimoli ambientali. Facendo le scelte giuste a tavola possiamo, quindi, stimolare i geni buoni e spegnere quelli dannosi e influire così non solo sulla salute, ma anche sulla longevità. Un esempio confermato da molti studi riguarda alcune sostanze antiossidanti, le sirtuine, che vengono stimolate dall’assunzione di particolari fitonutrienti come il resveratrolo (di cui spesso sentiamo parlare perché è una molecola presente nel vino rosso).