L’osteoporosi è una malattia definita “la nemica silenziosa”. Colpisce soprattutto le donne per motivi essenzialmente ormonali in prossimità della menopausa, ma non risparmia neanche gli uomini. La diagnosi spesso viene fatta in occasione della prima frattura e questo significa aver perso il treno della prevenzione. Colpisce, infatti, 22 milioni di donne europee, eppure questa ‘ladra delle ossa, che compare in maniera asintomatica per poi spesso manifestarsi con una frattura, è di fatto ancora largamente sottovalutata, soprattutto perché non se ne conoscono tutte le facce. Tralasciando quella giovanile, fortunatamente meno frequente, è infatti doveroso distinguere tra osteoporosi primaria, sua volta classificata in 2 tipi: osteoporosi postmenopausale, legata essenzialmente alla brusca caduta del livello degli estrogeni necessari per il normale metabolismo osseo, e  osteoporosi senile, che colpisce soprattutto dopo i 70 anni di età, e osteoporosi secondaria, causata da patologie concomitanti di diversa natura (quali ad esempio quelle reumatiche come artrite reumatoide e lupus) o dal prolungato utilizzo di farmaci i corticosteroidi, gli anticoagulanti come l’eparina o gli inibitori dell’aromatasi.

 

L’importanza della vitamina D

In Italia, l’80% della popolazione soffre di ipovitaminosi D, con conseguente riduzione della disponibilità di calcio e un depauperamento progressivo dello scheletro. Un importante fattore di rischio per l’osteoporosi e per le fratture, di cui soffrono prevalentemente le donne. Ma l’alimentazione può aiutare a prevenire e migliorare questo problema? “Sì, spiega il dott. Corrado Pierantoni, Medico Chirurgo, specialista in Endocrinologia e Malattie del Ricambio, Nutrizionista Clinico. “Un’alimentazione ricca di calcio (che può essere assunto con il latte e i suoi derivati) e costante esposizione al sole, che stimola la produzione della cosiddetta vitamina del sole, nutriente dal ruolo fondamentale per le funzioni neuromuscolari, metaboliche e soprattutto per il rafforzamento osseo sono le due più importanti strategie per la prevenzione di questa patologia”.

Esponendoci ai raggi solari per 20 minuti al giorno per 5 giorni alla settimana, scoprendo almeno le braccia, il viso e le gambe e assumendo alimenti come olio di fegato di merluzzo (10.000 UI per 100 gr.), sgombro sotto sale (1.006 UI per 100 gr.), anguilla (932) e salmone affumicato (685) è possibile ottenere una riduzione sensibile del rischio di fratture dato dalla fragilità ossea.

 

Gli alimenti consigliati

Oltre a quelli sopracitati, altri cibi possono venirci in aiuto.

Latte, mozzarella, ricotta sono tutti alimenti ricchi di calcio, sostanza indispensabile per la salute delle nostre ossa.

Buono, versatile, nutriente, economico e salutare, non tutti sanno che il tonno conservato (scatola o barattolo) è la principale fonte alimentare di vitamina D: ne contiene ben 16 microgrammi per 100 g di prodotto ed è secondo, quanto a contenuto di questo prezioso nutriente, solo alle aringhe. “Da consigliare soprattutto alle signore”, aggiunge Pierantoni. “La prevenzione si può fare attraverso quello che si mangia, ma quando si ha intorno ai 50 anni cercate di non far mancare mai in tavola questi cibi e abbinate una sana attività fisica. Se si inizia da giovani ad assumere questi cibi, il vantaggio è ancora maggiore”.