La fibromialgia è una patologia che può in molti casi diventare purtroppo invalidante per le circa 3-4 milioni di persone affette. Pensate, infatti, che nonostante non si parli molto di questa patologia, si tratta di una delle malattie reumatiche più diffuse. Dolore e stanchezza sono sono i sintomi più evidenti. Affrontiamo l’argomento con il Prof. Giovanni Minisola, specialista in reumatologia, direttore dell’Unità Operativa Complessa di Reumatologia  dell’Ospedale di Alta Specializzazione San Camillo di Roma.

 

Come si diagnostica

“La fibromialgia (o sindrome fibromialgica) - spiega il prof. Minisola - è una malattia reumatica caratterizzata da un dolore muscoloscheletrico diffuso e cronico, dalla presenza di punti dolorosi alla pressione (tender points) e da una varietà di sintomi clinici d'accompagnamento. Purtroppo, è difficile da identificare perché non provoca alterazioni degli esami di laboratorio né danni evidenziabili mediante radiografia. La diagnosi, pertanto, è essenzialmente clinica e si basa sui criteri stabiliti dall'associazione dei reumatologi americani (ACR) che prevedono:

- la presenza di un dolore diffuso simmetricamente e perdurante da almeno 3 mesi

- la presenza di forte dolore alla palpazione di almeno 11 su 18 tender points, posti in corrispondenza di muscoli e tendini specifici”.

 

I sintomi

“Ai due sintomi principali e dolore e intensa stanchezza, già presente al risveglio – continua l’esperto - può poi associarsi una costellazione di altre manifestazioni cliniche, la cui varietà può spiegare in parte le difficoltà nel diagnosticare la malattia. Tra i sintomi riferiti più spesso dai pazienti figurano rigidità, disturbi del sonno, cefalea o emicrania, acufeni, disturbi gastrointestinali, urinari e della sensibilità, alterazioni dell'equilibrio e della temperatura corporea, allergie, disturbi cognitivi, ansia e depressione”.

 

Colpisce soprattutto le donne

Questa patologia colpisce soprattutto le donne tra 20 e i 50 anni. Quali sono le cause del suo esordio? “Le cause precise della malattia non sono ancora ben chiarite – risponde il medico - ma pare assodato possa essere legata a deficit di alcuni neurotrasmettitori, in particolare la serotonina, che portano a un disturbo della percezione del dolore a livello del sistema nervoso centrale. Molti studi, inoltre, hanno evidenziato la frequente concomitanza di ansia, stress e depressione nei pazienti, senza mai chiarire, però, se tali condizioni siano causa o effetto della malattia”.

 

I trattamenti

Fino a circa 10 anni fa, la fibromialgia veniva considerata una malattia di origine psicogena e pertanto difficilmente curabile. Ma oggi ci sono delle speranze per trattare la malattia…

“Per fortuna le prospettive sono cambiate – riferisce Minisola - e si ritiene si possa trattare con successo, impiegando fondamentalmente una combinazione di due tipi di farmaci: i miorilassanti, che agiscono sul sintomo principale, cioè la contrattura muscolare, e agenti in grado di correggere i deficit alla base della malattia (in particolare la carenza di serotonina) tra cui gli antidepressivi triciclici, gli inibitori della ricaptazione della serotonina (SSRI) e gli inibitori della ricaptazione della serotonina e della noradrenalina (dual-SNRI).

Gli analgesici minori (tramadolo, paracetamolo o la loro associazione) o i FANS atipici (nimesulide) devono, invece, essere utilizzati a basse dosi e per periodi di tempo limitati, solo come sintomatici. È poi molto importante associare alla terapia medica adeguati trattamenti non farmacologici di ricondizionamento muscolare attraverso l'attività fisica aerobica (cyclette, bicicletta, corsa, passeggiata veloce, nuoto ecc.) e la somministrazione di calore in ambiente termale o, più semplicemente, con un bagno caldo a casa propria”.