Quanto incide la menopausa sul rischio cardiaco nelle donne sopra i 45 anni? Il gentil sesso, una volta considerato immune alle patologie cardiovascolari, è più esposto quando inizia il periodo della menopausa. “Prima dei 45 anni - spiega il prof. Antonio Rebuzzi, Direttore del Servizio di Cardiologia Policlinico A. Gemelli di Roma - il rischio cardiaco nella donna è relativamente modesto. Dopo i 60, invece, è la maggiore causa di morte nelle donne dei paesi sviluppati: ciò è dovuto alla menopausa (naturale o provocata chirurgicamente)”.
I fattori di rischio
“Molti fattori possono spiegare tale incremento di rischio postmenopausa:
- Cambiamento nei livelli di colesterolo con aumento di quello “cattivo” (LDL) e riduzione di quello “buono” (HDL);
- Aumento di intolleranza al glucosio;
- Cambiamento nei fattori della coagulazione e nella funzionalità vascolare. Gli estrogeni, i principali ormoni femminili, agiscono sul colesterolo (riducono quello “cattivo” e aumentano quello “buono”), sui fattori della coagulazione e sul metabolismo dell’insulina.
- In un importante studio di qualche anno fa (Nurses’ Health Study), l’utilizzo di estrogeni postmenopausa sembrava ridurre del 50% il rischio cardiovascolare. Da questo derivò il massiccio utilizzo di cerotti a base di estrogeni. I dati di sette importanti studi effettuati più di recente non solo non hanno confermato tale beneficio, ma sembrerebbero suggerire che l’accoppiata estrogeni e progestinici incrementerebbe il rischio cardiaco, nonché altre patologie. Al momento, quindi, l’uso di tali ormoni andrebbe limitato a pazienti altamente sintomatiche per la patologia postmenopausa”, spiega l’esperto.