Sono in poche a parlarne, perché rappresenta purtroppo ancora troppo spesso un tabù: la dispaurenia, ossia il dolore durante i rapporti sessuali, è un disturbo che spesso mina l’intimità di coppia, che può creare vere fratture tra i partner, ma che può essere risolto. Le cause sono differenti e spesso nella cura è fondamentale la collaborazione tra varie figure mediche: il fisiatra, il ginecologo, lo psicologo. Ne parliamo con la Dott.ssa Anna Rita Pellegrino, primario Fisiatria presso Casa di Cura Don Carlo Gnocchi Centro S. Maria della Pace Roma.

 

Le cause più frequenti

“Tra le forme di dispareunia – racconta l’esperta - la più comune è quella che provoca dolore alle parti esterne, più superficiali della vagina. Le cause principali sono le vulvovaginiti (infiammazioni della vulva e della vagina), le uretriti (infezioni che interessano l'ultimo tratto delle vie urinarie) e le vestiboliti (infiammazione della zona compresa tra il clitoride e l' ingresso della vagina). Questi disturbi sono dovuti all'attecchimento di funghi o batteri e sono favoriti dalla scarsa igiene e da piccole lesioni, anche superficiali. Piuttosto diffusa è la dispareunia profonda, che viene descritta come una sensazione dolorosa, causata anch’essa dalla penetrazione, localizzata però nella parte più interna della vagina. Può essere dovuta a infiammazioni delle pelvi e alla presenza di cisti ovariche o di endometriosi. Per cui, per prima cosa bisogna rivolgersi a un ginecologo, per escludere problemi di tipo organico. Nella donna in menopausa, poi, terapie ormonali come l’assunzione di estrogeni o estroprogestinici per via vaginale migliorano di molto il trofismo e la lubrificazione, con abbassamento del pH e il ripristino del normale funzionamento dell’apparato ginecologico”.

 

L’aiuto dalla ginnastica pelvica

“In molti casi la ginnastica pelvica può essere utile a “rinforzare” i muscoli di quella zona contribuendo a curare anche definitivamente la dispaurenia. Si tratta di veri esercizi mirati a sollecitare i cosiddetti muscoli del “pavimento pelvico”. La riabilitazione perianale, a seguito di un’accurata diagnosi, rappresenta sempre più spesso la prima scelta terapeutica contro la dispareunia, in quanto è sia di documentata efficacia ma soprattutto è indolore, efficace e priva di effetti collaterali. Essa è consigliata non solo in caso di sessualità dolorosa ma anche in presenza di prolasso rettale, uterino o vescicale; emorroidi, stipsi, incontinenza urinaria oltre che, ovviamente, in preparazione e dopo il parto. È bene sottolineare che il trattamento riabilitativo è comunque un valido supporto perché lascia alla paziente un’educazione ed un’autonomia anche dopo la fine del trattamento rendendola consapevole dei corretti movimenti da compiere nelle attività quotidiane in modo da prevenire ricadute e nuove patologie. Altre terapie non farmacologiche sempre di pertinenza del fisiatra, mirate a migliorare la sensibilità, la coordinazione, la contrazione e la resistenza dei muscoli perineali che sostengono la vescica, l’utero e il retto-ano sono:

  • Chinesiterapia pelvi-perineale: consiste nell’esecuzione di esercizi di contrazione e rilassamento dei muscoli dell’area pelvica, al fine di facilitare la presa di coscienza e di rinforzare il sistema di sostegno degli organi pelvici.
  • Elettrostimolazione funzionale: è indicata nei casi in cui i muscoli perineali non riescono ad essere contratti volontariamente ed in modo adeguato.
  • Biofeedback: consiste nell’impiego di un’apparecchiatura in grado di registrare una contrazione o un rilassamento muscolare che potrebbero non essere percepiti. Il segnale viene trasformato in segnale visivo, permettendo alla paziente di verificare le contrazioni o il rilassamento e di imparare a compiere certi esercizi in modo corretto.

 

Cosa portare in tavola

Infezioni, lesioni, virus e altri disturbi vaginali come abbiamo detto possono dare dolori durante i rapporti. Rinforzare l’organismo e prevenire recidive di questo tipo è fondamentale.

  • Evitare o limitare zuccheri, alcolici e cibi ricchi di lieviti e micotossine per evitare recidive della candida. Evitare o limitare il saccarosio, la frutta molto zuccherina come fichi, uva, cachi, banane, lieviti, le bevande zuccherate ed alcoliche (in particolare la birra), i cibi affumicati o ricchi di conservanti, il pane (ammesso quello non lievitato) le arachidi e i formaggi a pasta dura.
  • Preferire invece, alimenti che aiutino a riequilibrare la flora batterica sia intestinale che vaginale. Sì allo yogurt non zuccherato (in quanto alimento ricco di batteri utili per la salute dell'intestino), di specifiche formulazioni probiotiche e prebiotiche, dell'aglio, della curcuma e di vari cibi fermentati come il kefir.
  • Consentiti il pesce, le uova, la carne magra, l'olio di oliva, le verdure e il riso integrale.
  • Sì agli integratori, a base di probiotici, prebiotici e complementi a base di fibre solubili.
  • Sì alla curcuma, che è un potente antinfiammatorio naturale, al finocchio anche sotto forma di tisane, al cumino e all’anice. Si all’echinacea, che è un rinforzante delle difese immunitarie naturale.
  • Sì anche alla verdura fresca, ricca di fibre, utili per la salute dell’intestino, così come la crusca magari a colazione diluita in due bicchieri di acqua calda. Pane integrale senza lievito.
  • Tra le verdure più indicate troviamo cetrioli, cavolfiori, melanzane, sedano, cicoria, scarola. Evitare le farine bianche e prediligere quelle integrali o i cereali.
  • Sì a carne e pesce cucinati in maniera leggera, evitando le ricette troppo elaborate. Sì a tutti gli alimenti ricchi di vitamina C, come arance kiwi, mandarini che rinforzano le difese naturali.
  • Un trucco molto efficace è quello di integrare le pietanze con l’aggiunta di curcuma, finocchio, anice, aglio, cumino, che sembrano avere il potere di ridurre l’aggressività del fungo.
  • È possibile anche utilizzarli per una tisana a fine pasto o a metà pomeriggio, in sostituzione di te e caffè, che vanno invece mantenuti a distanza.