Colpiscono soprattutto le donne giovani, ma va detto subito: i fibroadenomi non sono pericolosi. Ma di cosa si tratta? Ne parliamo con la dott.ssa Maria Teresa Lonardo, medico chirurgo, specialista in chirurgia generale, Ospedale Madre Giuseppina Vannini di Roma. “I fibroadenomi – racconta l’esperta - sono spesso recidivi noduli della mammella e costituiscono una patologia frequente specialmente nelle pazienti di giovane età, spesso tra i 15 ed i 30 anni. Può avere delle dimensioni che possono variare da 1 cm fino a 5-6 cm. Esistono anche i “fibroadenomi giganti”, anche fino a 15 cm. Il fibroadenoma può presentarsi singolarmente o coesistere in gruppo insieme ad altri fibroadenomi, anche in entrambe i seni e tende a comparire reiteratamente, anche a distanza di alcuni mesi/anni, nella medesima mammella o nella mammella controlaterale.

 

Quando si opera

L’intervento dipende dal tipo di fibroadenoma. “Ne esistono due tipologie. Il fibroadenoma semplice che generalmente non è pericoloso, è una massa cellulare che non aumenta di dimensioni, ma si mantiene stabile e con il passare del tempo, può anche ridursi o scomparire. Ed il fibroadenoma complesso, il quale sembrerebbe aumentare le possibilità di sviluppare un cancro al seno, che tende ad aumentare di dimensioni, può presentare depositi di calcio o cisti al suo interno e non deve assolutamente essere trascurato. Il fibroadenoma semplice trova indicazione chirurgica nel momento in cui le sue dimensioni superino i 2 centimetri di diametro, mentre il fibroadenoma complesso deve essere asportato chirurgicamente anche se di dimensioni inferiori ai 2 centimetri”.

 

La chirurgia video-assistita senza cicatrici

“La chirurgia video assistita della mammella nasce per la necessità di eseguire interventi chirurgici sul tessuto mammario senza passare attraverso la cute del seno e, quindi, senza che su di esso si debbano provocare cicatrici che spesso costituiscono un rilevante danno estetico a carico della mammella stessa. Tale metodica si avvale della possibilità di lavorare, passando sotto la ghiandola mammaria, in uno spazio virtuale posto tra ghiandola e muscolo pettorale, creando un tunnel che dal cavo ascellare, sede dell’unica vera incisione, arriva al fibroadenoma dal basso, senza che la ghiandola venga sezionata. In pratica, si esegue una incisione di 1,5 - 2 centimetri al massimo nel cavo ascellare, attraverso la quale viene inserita una telecamera, e viene creata una camera di lavoro attraverso l’insufflazione di gas a bassa pressione. Successivamente, vengono inseriti 2 strumenti di lavoro puntiformi (di diametro inferiore ai 3 millimetri), sempre in sede ascellare inferiore e superiore, i quali provocano dei piccolissimi segni cutanei puntiformi quasi non identificabili successivamente all’intervento, che con il tempo tendono a scomparire del tutto. Grazie a tale metodica, in casi selezionati, si può, pertanto, evitare sia la presenza di cicatrici evidenti sulla cute delle mammelle e del torace, sia la presenza di distorsioni permanenti del parenchima mammario. Tale tecnica rivoluzionaria è indicata in pazienti di ogni età che presentino lesioni singole o multiple, di natura fibroadenomatosa a carico delle ghiandole mammarie, in particolare quando tali nodularità siano localizzate profondamente e nei quadranti interni delle mammelle”.