Tutti noi fondamentalmente andiamo incontro alla degenerazione uditiva: è fisiologica, anche se il grado cambia da persona a persona. Ho voluto quindi affrontare un argomento così importante con il dottor Massimiliano Del Ninno, specialista in otorinolaringoiatria presso l’ospedale San Camillo Forlanini di Roma.
Il dottor Del Ninno ci conferma che tutti dovremo confrontarci con la degenerazione uditiva perché fisiologica e, in alcuni casi, può essere accentuata da certi fattori quali ereditarietà e tutto ciò che riguarda il mondo dello stress ossidativo.
Le cellule ciliate all’interno dell’orecchio, che fungono da recettori sensoriali non hanno figli, e quando muoiono purtroppo non si ricompongono.
Ci sono diversi motivi che possono incrementare la morte di queste cellule, come per esempio l’utilizzo di farmaci ototossici, presenti soprattutto in alcuni chemioterapici., l’esposizione lavorativa al rumore, trauma acustico cronico (come il martello pneumatico) o trauma acustico della discoteca.
Il rumore forte quindi e protratto nel tempo è dannoso.
Il dottor Del Ninno ci parla anche delle moderne protesi, che possono aiutare chi ha già perso in parte l’udito, poiché lavorano in maniera diversa dai banali amplificatori di suono di una volta: un conto è sentire di più, un conto è sentire meglio attraverso un circuito digitale.
Oggi sentiamo meglio e di più. Gli apparecchi sono minuscoli, invisibili, adattabili al paziente e soprattutto sentire bene ci aiuta a vivere meglio.
Solitamente con il passare degli anni si indeboliscono le frequenze acute e le vecchie protesi che amplificano fanno solo più confusione.
Le protesi moderne amplificano solo le frequenze indebolite aiutando anche chi ha avuto un calo dell’udito dell’80-90 %.
Il dottor Del Ninno sottolinea che è importante non aspettare a mettere l’apparecchio, infatti, più si invecchia il recettore interno dell’orecchio che deve sentire e interpretare il suono più la situazione è difficile da riparare perfettamente.
Un cervello che riceve suoni distorti per lungo tempo non sentirà più bene, perché il cervello ha perso l’abilità ad interpretare bene i suoni. Prima si rallenta il processo degenerativo dell’udito e più si allunga la vita del nostro udito.
Anche in questo caso l’alimentazione può aiutarci , per cercare di rallentare il processo d’invecchiamento dell’udito è importante un’alimentazione ricca di cibi antiossidanti, che contrasti lo stress ossidativo. Se si ha troppo stress ossidativo è più rapida e veloce la perdita progressiva dell’udito.
Gli alimenti che ci possono aiutare a mantenere più a lungo vivo il tesoretto di cellule ciliate sono:
- quelli ricchi di Coenzima q10 → soia, cereali integrali, noci, germe di grano, salmone, sgombro, sardine, pollo, arachidi, broccoli, succo di arancia, fragole, spinaci
- quelli ricchi di resveratrolo → uva e vino rosso
- quelli ricchi di flavonoidi e polifenoli → frutta e verdura soprattutto kiwi, melograno, mirtilli, frutti rossi, frutti di bosco, carciofi, tè verde
Fondamentali anche i carotenoidi, l’acido folico, lo zinco e il magnesio: nutrienti utili per l’udito perché combattono i radicali liberi e migliorano la circolazione.
Inseriamo quindi nella nostra dieta anche cavolo nero, zucca, carote e pomodori (ricchi di licopene).
L'acido folico, si trova soprattutto nei vegetali verdi, i prodotti integrali, la carne e i latticini.
Lo Zinco, che contribuisce alla crescita e rigenerazione dei tessuti e inoltre fa bene alla memoria è presente in noci, carne, formaggio, anacardi e pane integrale.
Il magnesio aiuta il metabolismo e la trasmissione degli stimoli nervosi. Si trova in grandi quantità nei prodotti di grano e nelle verdure a foglia.
Infine il dottor Del Ninno consiglia anche di aiutarci con degli integratori ad esempio di ginko biloba, che migliora l’afflusso di sangue verso testa e collo o di ribes nero, un cortisonico naturale.